di Matteo Bovarini
Lo scorso Mercoledì 1 Marzo, in sala Ruffilli-Giavazzi, si è tenuta la presentazione del volume “Il Dominio del XXI secolo. Cina, Stati Uniti e la guerra invisibile sulla tecnologia” di Alessandro Aresu, autore e consigliere scientifico della rivista Limes. L’incontro, moderato dall’ex-collegiale Francesco Laureti, ha visto intervenire lo stesso Aresu e Simone Tagliapietra, Ricercatore in Politica economica presso la facoltà di Scienze Politiche e Sociali del nostro Ateneo. Entrambi i relatori hanno fornito diversi spunti di riflessione spaziando dalla geopolitica all’economia suscitando l’interesse dei numerosi collegiali e ospiti presenti.
Il cuore della discussione è stato il conflitto, ancora aperto, tra Stati Uniti e Cina a suon di sanzioni, spionaggio e minacce, per il controllo del mercato dei semiconduttori e di conseguenza del settore della microelettronica. Una guerra per molti aspetti invisibile, come ha spiegato Aresu: “da un lato abbiamo temi complessi come la microelettronica che, nonostante abbiano una sorgente materiale, sono spesso non visibili ad occhio nudo; dall’altro vi è il fatto che dietro alle grandi multinazionali come Apple o Samsung ci sono una serie di aziende e industrie minori che non sono conosciute a sufficienza ma spesso rivestono un ruolo fondamentale in questo ambito”. Una guerra che chiama in causa inevitabilmente diversi attori internazionali come l’Unione Europea ma anche personalità di spicco come Morris Chang, l’imprenditore taiwanese-statunitense fondatore di Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC), la regina globale dei chip.
La seconda parte, invece, è stata impreziosita dall’intervento del dott. Tagliapietra, che ha sottolineato come in un mondo interdipendente e interconnesso come quello in cui viviamo, “la Cina potrebbe sfruttare la teoria cardine del pensiero liberal, ovvero quella dei vantaggi comparati di Ricardo, usandola a proprio vantaggio per emergere e condizionare il mercato internazionale troppo dipendente da essa”. Si è poi parlato di pratiche come il decoupling promosso dagli statunitensi, la cosiddetta autonomia strategica Europea e varie forme di re-shoring e on-shoring.
Al termine degli interventi, alcuni studenti hanno espresso delle riflessioni e rivolto delle domande ai relatori, che si sono mostrati disponibili nel replicare e soddisfare le loro curiosità.